In un lungo viaggio in treno arrivano all’orecchio brandelli di frasi..”ma quello è un azzeccagarbugli..” condite da parole che è meglio non trascrivere. Ancora di recente la Corte di Cassazione conferma che dare ad un avvocato dell’”azzeccagarbugli” ha valenza ingiuriosa e diffamatoria e costituisce reato.

Nasce così l’idea della necessaria difesa di un accusato che non ha trovato avvocati.
Difesa non agevole perché, come spesso accade, le miserie degli uomini portano a confrontarsi con grandi temi, il rapporto tra giustizia e potere, tra verità e processo e altri ancora. Le pagine di questo libro non trattano direttamente questioni così alte e complesse, tuttavia propongono, non senza ironia, argomenti logici e giuridici specifici per la difesa dalle accuse accumulate, in ben centocinquanta anni, da Azzeccagarbugli, indimenticabile personaggio de I promessi sposi.

La forma è quella di una arringa, cui la scrittura toglie parte di freschezza e di efficacia, eliminando pause, livellando toni, sguardi, gesti. Resta lo spirito di una sfida, il segno dell’amore grande per una professione che le difficoltà e le naturali delusioni non sono riuscite a cancellare.

Soggetto e testi:
• Massimo Bianchi